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Nella società dei consumi le prime ad essere consumate sono le parole, fino ad un silenzio che però non è il raccoglimento, la custodia delle parole, ma la loro dissipazione e il loro oblio. Noi perdiamo la nostra relazione con le cose, non sappiamo più dire il loro nome vero, il loro significato: diventano indicibili, una folla estranea di oggetti in un mondo inabitabile. Nelle epoche di inaridimento della parola, il poeta, e ogni uomo come essere capace di parola, cioè di poesia, ha il compito particolarmente urgente di risvegliare le parole, di riportare allo scoperto, sotto l’indurimento della crosta sociale, il flusso vivo del loro sangue. La poesia custodisce e richiama le cose per le quali e con le quali vale la pena di vivere condividendone il significato.

Parole e musica

La fora delle parole e della musica è la prova della vittoria dell’umano contro l’annientamento della natura umana. Anche i bambini di Terezin l’hanno capito e le loro poesie sono la prova evidente che l’ARTE è il mezzo più significativo PER NON DIMENTICARE

La Shoah e la Poesia

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